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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Maurizio Bacconi
Respiro
Respiro e mi riempio
della tua apparente assenza
ed è pulsante essenza
che mi assale all’improvviso,
respiro e sono luce
che si fa largo tra le foglie
ed oltrepasso soglie
che solo tu puoi aprire,
respiro e trovo pace
nello specchio dei disegni
nei miei furtivi ingegni
deliberatamente uniti,
respiro e cado a terra
ma mi rialzo e guardo al cielo
vado oltre, cade il velo
non sento più la solitudine,
mi appoggio e attendo l’imbrunire
mi appoggio a un senso che non c’è
vita che viene
che torna a me
come il tuo respiro…
Critica in semiotica estetica della Poesia “Respiro” di Maurizio Bacconi
Nel ritmo binario del respiro il Bacconi coglie il passaggio dialettico dell’uomo, dal mondo trascendentale
al mondo della vita, la condizione aggettante fra assenza e desiderio di presenza, nel senso,
oltre la rappresentazione, che restituisce alla mancanza la pienezza, senso mai ultimo e rinviante l’abbraccio
con l’alterità, per una nuova ritrovata perdita, incrociata, al tornare.
Le parole che non ho
Ho cercato
in questo fitto canneto
di emozioni sovrapposte,
ho percorso
infinite strade bianche
a contare i sobbalzi
arrivati nel cuore,
ho dato voce
a chi se n’è andato
incontrandomi un giorno
senza passare invano
perché dentro questa penna
nessuno muore davvero,
ho tirato su il secchio
dal profondo di un pozzo
di acqua sporca
a volte non ritrovo
il me stesso voluto
nel tacito disaccordo
delle ombre ridondanti
ma basta un sorriso
e il tramonto di questa stagione
per donarti finanche
le parole che non ho…
Critica in semiotica estetica della Poesia “Le parole che non ho” di Maurizio Bacconi
Tutta d’un fiato, come notte continua e sognante a condensare una vita e che d’improvviso al mattino rischiara, la parola del Bacconi attraversa il silenzio, gli orizzonti del cuore e la contraddizione emotiva a trattenere al senso, al valore dell’incontro narrativo, l’impermanenza del divenire della vita. Il poeta affida alla spontaneità di un sorriso ricevuto la potenza solare rigenerante, primavera dell’identità, che nell’accoglienza del riconoscimento trova rifigurazione armonica delle istanze discordanti, oltre l’effabile apparenza dell’avere, al dono d’essere.
Attimi
Attimi scivolano tra le dita
nell’incessante scorrere del mondo
giocano a nascondino nella testa
e sono lampi nel buio dell’attesa
latenti, a volte irriverenti
amanti, a volte un po’ distanti
Dietro le nostre finte quinte
esistiamo, resistiamo, ci siamo
Come insaziabili spettatori
restiamo attoniti di fronte al mare
immensa piscina di quei pensieri
stesi come bucato ad asciugare
tirati via
o messi nel cassetto
fugaci ed eterni tuttavia
attimi, l’incrocio degli sguardi
rimescolio del nostro essere vivi
oltre la storia, dentro la memoria…
Critica in semiotica estetica della Poesia “Attimi” di Maurizio Bacconi
Epifanica, la parola del Bacconi è attimo, movimento di tempo indivisibile, incomprensibile, come rima di una presenza passata, di una presenza a morire, eco di un suono perduto in uno specchiato evanescente. L’uomo è deprivato della verità dalla rappresentazione e per la rappresentazione ascritto alla verità. Ma l’intreccio di sguardi, che compone l’inscindibilità dell’attimo esistenziale, è la prova mutuale di un essere già trascorso e vive di un riconoscimento memoriale.
Al di là del tempo
Al di là del tempo
che solca come un aratro
il mio volto stanco,
sono vita che va avanti
e scorre come un libro
di pagine appassionate
di righe sudate
stilla dopo stilla,
sono possente tronco d’albero
ombra che si espande
linfa invisibile
che ogni foglia invade
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al di là degli anni
rileggo seduto
nel mio bosco magico
ogni innocente evasione
e non resto incatenato
prigioniero di un pensiero
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al di là del cielo
si sciolgono le distanze
di qualunque destinazione…
Critica in semiotica estetica della Poesia “Al di là del tempo” di Maurizio Bacconi
Anaforica, la parola del Bacconi invoca il superamento del tempo lineare e depauperante, alla curvatura che ricongiunga la provenienza alla destinazione, alchemicamente distillando il continuum eternamente ritornante della vita, che mesce la proporzione segreta dell’umore umano, naturale e divino. È la libertà e l’innocenza oltre la coscienza, che risolve le opposizioni di bene e di male alla presenza primeva e unitaria, che riempie ogni assenza e rimando.