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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Maurizio Pagliaccia
In re
Ora ecco, vedo incresparsi la pelle dell’acqua
per un momento tutto tace freddato in una istantanea non riproducibile:
il mio spirito evaso ritorna.
La barca oscilla come toccata fugacemente da un cosa fulmineo
lo scheletro ligneo gracida soffocando un lamento non svelato
sento il corpo legnoso dello scafo rigido come in un istante prima della fine
i demoni penetrano le assi come tarli in questa insolita solidarietà tra gli abissi ed il cielo
nel mezzo ci siamo noi incauti naviganti che esponiamo il ventre all’oscuro.
Nel mare profondo gettiamo l’ancora nella speranza che il fondo tocchi
all’alto del cielo dispieghiamo le ali dei bisogni senza conoscere il volo
e noi navi con la pancia immersa a solcare l’abisso
e l’albero mastro come braccio teso ad aggrapparci al cielo
e la vita sembra fugare il tempo
mentre il tempo solidale col vento sfugge la vita avida di senso.
Critica in semiotica estetica della Poesia “In re” di Maurizio Pagliaccia
La parola filosofica del Pagliaccia presenta la sostanza delle cose, in tutta la sua potenza immediata, diretta e irriflessa, percepita dai sensi come una percuotente illuminazione fugace di senso, strappata via dal tempo ad un luogo umano errante. L’uomo è in metafora come barca, il ventre all’abisso e l’albero come braccio indicale, fra inconscio e coscienza.