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Mauro De Paolis

Il cammino

Nel cammin di vita ognuno,

sulle strade e sull’erba,

nell’aria e sulla terra,

pesta e scolpisce,

coi piedi e con l’esempio.

Ognuno parla, straparla e imbonisce,

con gesti e fatti,

con mani, testa e cuore...

 

Chi lascia traccia lieve,

chi lascia piacevol suono,

chi lascia pesante l’orma,

chi lascia fuggevol ombra,

chi lascia eterna impronta,

chi lascia fugace sogno,

chi lascia inconfondibil tratto,

chi lascia sicuro segno...

 

Quale orgoglio offrire solchi

ornati di gesti generosi,

acconciati d’illuminate parole,

coronati d’esempi luminosi.

Fortunato colui che il suo cammin modella,

in siffatto modo,

a cuore nobile e ardente,

ché nell’altrui ricordo permane sempre...

​

Critica in semiotica estetica della Poesia “Il cammino” di Mauro De Paolis

 

Itinerante, la parola del De Paolis disegna consapevolmente la dimensione segnica dell’uomo, ma supera la dimensione seconda della rappresentazione e dell’impermanenza nella presentificazione del ricordo affidato all’alterità, poiché la morte è il luogo in cui si è nell’altro.

L'Anima

In terra muta alle genti,

sorda alle emozioni,

in ciel pronta a generosa loquela,

lei ora

l’orecchio presta

a tenere invocazioni…

 

Della terra rimembra i cari suoi,

in ciel arde nell’Amor Divino,

della terra vede i vicini accadimenti,

in ciel parteggia le cause altrui.

E così rilancia le giunte preghiere

nel più alto dei Cieli.

 

L’anima d’amor orbata,

spoglia dei terreni impedimenti,

dell’effimero potata,

dell’umano liberata,

si veste di celesti e divine trascendenze,

si volge al Grande Cuore fidente…

 

E ricordo ancora

il cauto abbraccio

a canuta testa e grinzosa fronte.

Il tocco è ancor vivo,

il muto mio e l’abbandono suo

vivono ancora nei miei e nei suoi occhi chiusi.

 

L’anima muta alle genti

sempre ascolta il sospir di figlia

e le trepide invocazioni sue,

che, con infinito amor,

più in alto si volge

a implorar il divino intervento.

 

Si rinnova così, in quel momento,

tra Cielo e Terra,

la catena d’amore eterno

nel segno di donata vita,

che memore della Primigenia Scintilla,

rinnova il creativo Afflato di ieri, di oggi, per sempre.

Critica in semiotica estetica della Poesia “L'Anima” di Mauro De Paolis

 

La parola celebrante del De Paolis trova nell’anima l’afflato dell’eternità, l’essenza, l’amore, il silenzio, la fede, il luogo di consustanziazione al divino stesso, il messo fra terra e cielo, l’accoglienza assoluta, che sublima e che trascende la vita, il corpo, il dolore terreno.

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