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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Michela Zanarella
Nel domani
Nel domani
incarto la fragranza dei miei silenzi,
graffio dal cielo la luce
che mi sfida a dirigere
stagioni e miniature
di secoli.
Imploro gli occhi
di non affogare
in fili di sagome e promesse.
Ho bisogno
di un sogno,
di un inchino alla luna,
di un senso da offrire
al seno del mondo.
Nel marciare
di vene e destino,
mi vedo gioco d'acqua,
suono di fuoco,
cometa d'aria,
vibrazione di terra.
E stabile nuvola
lascio la pelle
a ripassare
l'odore della vita.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Nel domani” di Michela Zanarella
L’essenzialità della parola della Zanarella custodisce la radice della sua nascita sensoriale: la sospinge al silenzio,
al senso, alla sinestesia estatica dei sensi. Il tempo alla poetessa è tangibile, fatto materia sotto le mani, quando conservi la forma ciclica dell’eterno ritorno che avvalora; la luce della coscienza si fa solida invece alla difficile sfida del tempo lineare. L’autrice volge al superamento dell’identità della medesimezza, della risposta obbligata all’aspettativa preformante, del performativo, del convenzionale, del necessario rimando del piacere al desiderio.
È la ricerca del bisogno di piacere, che abbraccia il chiasmo della riflessività del sensibile.
La nappe de sens brut, lo strato di senso bruto, riapre il mondo a complemento oggetto del morso dell’io e l’io
alla creazione del senso, latte umano alla fame del mondo. Sbalzato fra provenienza e destinazione, l’uomo solamente cerca la coinonia al mondo nella partecipazione ai quattro elementi.
È costitutiva impossibilità della visione oggettuale, è valore ontico nemboso, di presenza dell’assente,
tuttavia nell’umido l’umano essere riconosce il grembo della vita, la placenta delle forme all’esistere e nel tatto
il padre della sinestesia, la chiave dell’umana verità.
Anche gli alberi s'innamorano
Anche gli alberi s'innamorano
cosa pensate che siano i germogli tra i rami
se non l'amore che dà segni in fiore?
Le betulle, gli ulivi, i vigneti hanno corpi
e respiri e battiti
chiamano in vita lo stesso silenzio
di due sguardi allineati.
Nei tronchi esiste l'abbondanza delle intimità:
quando gronda resina è il cuore
che tocca il cielo ad alta voce.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Anche gli alberi s'innamorano” di Michela Zanarella
Semplice, naturale e sensuale, la parola della Zanarella rifigura le cose a segno di un unico oggetto amoroso. Così la poetessa lega, indissolubilmente, la corrispondenza di uomo e di mondo nell’unico rimando di senso all’amore. Vivida, la sinestesia si apre al tatto della pelle umana ed arborea, segnata dal tempo e dal desiderio, dilata il respiro all’ampiezza libera del vento e immilla alle foglie il battito del cuore, intreccia lo sguardo nella stessa tensione ontologica di una sensibilità originaria, cogito tacito di una primaria coappartenenza, d’io e d’altro, in chiasmo, senza confini di spazio e di tempo, fino all’estasi liquida della consustanziazione al tutto.
È stato un sogno
È stato un sogno:
risalire il sentiero del bosco la luna sottobraccio
e parlare di perdono dalle radici degli alberi
fino alla neve ancora viva alle spalle dell'estate
tu che mi ripeti che l'amore è un mistero troppo grande
e bisogna preparare l'anima
alle conversazioni con l'erba dei pascoli
per questo parlo ad ogni filo d'erba
e cerco ai bordi della strada una risposta:
che sia come sentire luce dalle vene della terra
e da tutto ciò che assomiglia al sole?
Sì, l'amore ha l'estensione dei rami del tempo
resiste dove c'è sempre vento
perché il vento è una promessa sconfinata
che svetta tra le cime.
Critica in semiotica estetica della Poesia “È stato un sogno” di Michela Zanarella
Innaturante, il viaggio della Zanarella vive l’amore in tutta la sua estensione, dal luogo inconscio ai luoghi della coscienza. La poetessa supera la dimensione individuale e cognitiva e affida la parola ai colori della luce, per riraccontare di sé nell’altro, dal perdono alla promessa e lungo l’individuazione, il cui paradigma è espressione di una permanenza nel cambiamento.