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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Moaffak Moaddi
Ferita nei ricordi
O farfalla che voli ancora sopra i papaveri
dei miei ricordi sanguinanti...
Vanamente gli anni ti nascondono,
ed i fiori del mandorlo sbocciati per rimpianti e rancori,
a dimenticarti…
Ero esordiente in amore quando finii nelle tue reti.
Lattante vorace che non distingueva
tra le varie monete dei seni
e si addormentava in qualsiasi grembo,
non sapeva che l'amore è figlio di una sola madre
e anche se a volte è folle, ha sempre limiti e confini…
Ero fiume di passione, altero, passeggiavo fieramente,
facendo innamorare augelli e api,
attirandoli con sguardi e sorrisi provocanti,
bagnandoli con leggera pioggia di parole…
Finché arrivasti tu, vendetta,
pugnalata nel collo della mia supponenza,
alta diga davanti alle mie incursioni...
Subito ti amai con ragione e follia,
deposi la mia arma per ordine dei tuoi occhi,
misi i miei soldati sotto il tuo comando
e la mappa della mia esistenza nelle tue mani,
le chiavi dei miei paradisi sul tuo tavolo,
fino a diventare una vela della tua barca
che naviga verso l'ignoto,
un arco per le tue frecce puntate al mio cuore…
Ah... quante collane di baci ardenti
e sussurri argentati posi attorno al tuo collo...
Ah... quanto amavo che le mie dita incrociassero le tue
per stringerle forte fino a farti male,
per vedere il breve e fugace corrugare della tua fronte
accompagnato da un piccolo sorriso che andava crescendo...
Ah... quanto amavo trascorrere la notte vicino a te
aspettando l'alba ed i suoi colori,
con le mie braccia che circondano la tua vita...
Critica in semiotica estetica della Poesia “Ferita nei ricordi” di Moaffak Moaddi
Fremente e sublimante al contempo, la parola del Moaddi è abbraccio presente del passato perduto, a sollevare dolenti e dolci sinestesie dell’oggetto d’amore. La donna che sappia in principio declinare il piacere, nel segno del cinto di Venere, si pone nel luogo transferale, che nasconde eppure disvela, ad accendere il desiderio dell’uomo, nel rinvio del corpo al significato, per la vita eterna del sentimento inestinguibile.