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Monica Mariel Ross (Mon Ross)

Monica Mariel Ross (Mon Ross), Sagrada Famiglia.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Sagrada Famiglia” di Monica Mariel Ross (Mon Ross)

 

Sacralità e alchimia mesce la Mon Ross: l’artista partecipa alla nigredo del sacrificio del distacco e della perdita nella garza del supporto e nel recupero dei fiori del cimitero di Père-Lachaise e assurge risanata nella luce dell’albedo dello strato in gesso, sino alla conoscenza divina nella foglia d’oro filosofale. La vergine è archetipo d’accoglienza, che in grembo salva dalla morte la corruzione della finitudine, per trascendenza al significato divino. È invito iconico dell’umano ad eco del divino, ad eternarsi nel significato imperituro dell’esistenza.

Criticism in semiotic aesthetic method of the artwork “Sagrada famiglia” by Monica Mariel Ross ‘Mon Ross’

 

Sacredness and alchemy merge in Mon Ross: the artist participates in the ‘nigredo’ of the sacrifice of detachment and of loss in the gauze of support and in the recovery of the flowers of the Père-Lachaise cemetery; she rises restored in the ‘albedo’ light of the plaster layer, up as far as the divine knowledge in the philosopher's gold leaf. The virgin is an archetype of welcome which, in her womb, saves the corruption of finitude from death through transcendence to divine meaning. It is the iconic invitation of the human to the divine echo, to eternalize himself in the imperishable meaning of existence.

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Prof. Tony Brophy’s translation

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