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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Monica Mutti
Mentre dirupo
Scoscendo placida
per la china gelida;
il binario è noto,
lo strapiombo quieto,
così rovino
nell’urgenza tipica.
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Risplende di pietre lisce
il cammino battuto
da passi che ricalco
mentre dirupo;
franca
dinoccolando,
lungi dal subir freno,
nel distinguere
sul crinale fievole
il consueto demone.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Mentre dirupo” di Monica Mutti
La melodia catabasica della parola della Mutti è il movimento discensionale all’inconscio universale collettivo, tipico dell’uomo, letteralmente lungo l’iter che segue le impronte riconoscibili e distintive della specie, i simboli calcati e impressi dal vivere, atti a ridefinire un profilo, un segno identitario. È urgenza comune di libertà, di un cammino alla verità, che fugga il consacrato luogo dell’abitudine, a disgelare della coscienza le false certezze.
La distanza
Ho sempre patito la distanza
simulacro del cordone ombelicale
correva sotterranea
costante intenzione dello sguardo
celata al turbinio del fare.
La tua assenza ha eliso il confine.
Privata del termine
più non avverto
il morso del distacco,
la fitta dell’altrove
improvvisa mi risparmia.
Il filo io non ho spezzato
senza merito mi trovo sciolta
lo giura la carne le dita rosse
ancora serbano la stretta
mentre si sfalda lasso l’altro capo.
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Critica in semiotica estetica della Poesia “La distanza” di Monica Mutti
Profondamente e seriamente ironica, la parola della Mutti interroga la dimensione seconda e filiale, che rimanda di sé, al senso, nell’altrove primo e materno di un’origine. E quando perduto il luogo primario, questo non è più destinazione intenzionale, ma valore introiettato nell’idem infinito di medesimezza.