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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Monica Rea
Gli originali
Corpi bionici,
impiantati in
anime meccaniche
prive di umanità.
Volti identici
fatti in serie
per essere belli fuori
e sembrare belli
anche dentro,
per trasformare
quell’umana insicurezza
in robotica certezza
di piacere.
Senza rughe
e senza espressioni:
immagini di un tempo
che scompare
per non ricordare
una gioventù passata
che vuol rimanere
aggrappata all’eternità.
Che sogno!
Che realtà!
Che incubo!
Anche la morte
non è più la stessa
ora che siamo
figli di noi stessi,
che nasciamo come vogliamo,
che programmiamo
il nostro sesso
e non sappiamo più
essere diversi
né apprezzare quei difetti
che fanno di noi
gli originali.
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Critica in semiotica estetica della Poesia “Gli originali” di Monica Rea
Frammentata, la parola della Rea è monito di degenerazione di un’umanità che si scinde dall’armonia del tempo e della natura, che sacrifica il desiderio per il piacere, l’inconscio per la coscienza cieca e pregiudiziale, l’ipseità per la medesimezza e che disprezza il valore della differenza quale alimento stesso dell’identità, della memoria per il riconoscimento di sé, del senso quale spazio d’oltre, fra sé e altro.