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Nadia Martorano

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Life” di Nadia Martorano

 

La libera liquidità cromatica della Martorano è un descensus acqueo e inconscio per l’emersione sorprendente della forma, ancora madida della sua verità essenziale. L’artista cerca la profondità e il movimento che soggiace alla superficie statica delle cose, per lo sconvolgimento e la rinascita dell’apparenza fenomenica, alla bellezza fugace e al contempo esondante del divenire dell’essere. L’arte, come la ninfea, è la rinascita della coscienza, il fiore affonda nel grembo dell’acqua e all’alba risale redento e l’arte perde nell’emozione per sbocciare un riconoscimento.

Nadia Martorano, Energia.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Energia” di Nadia Martorano

 

La freschezza pittorica, primigenia e iridata, della Martorano è il dialogo elementare dell’uomo alla natura, in proiezione dei vissuti emotivi, per la catarsi dell’energia in rigenerazione. La potenza versa in atto, dalla latenza inespressa del viola, all’azzurro dell’approfondimento del sentire, fino al bianco sorriso in cascata della cessione generosa del dono in albedo di rinascita, a scindere il ventaglio cromatico della luce nel luogo dinamico del desiderio, che palesa e raccoglie innumerevoli passi di vita.

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