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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Nora Calvi
Una diversa primavera
Ci inonda
di scie luminose
questo marzo volubile,
sorpreso da germogli precoci,
e una timida primavera,
al ritorno del gelo,
trova rifugio nel ricordo…
mentre l’inverno dei pensieri
offusca nel grigiore
i nostri passi
e dilaga l’ansia
del tempo perduto
nel silenzio
di lontananze indicibili…
quando nel buio
inattesi barlumi,
preludio
a morbide schiarite,
persuadono occhi smarriti
al cammino verso la meta…
Passo dopo passo
dalla foschia
alla luce…
dalla speranza
alla Rinascita.
Ci sarà un altro marzo,
forse ballerino,
ma frizzante
ammaliato da parole,
sguardi, sorrisi
in libero volo,
da mani strette
nel vortice struggente
di un girotondo
senza confini.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Una diversa primavera” di Nora Calvi
La primavera tutta interiore dalla Calvi è primavera d’incontro, che rinnova la figura sorgente. È il connubio della cadenza ciclica delle stagioni alla dinamica emotiva e psichica dell’uomo. Sbocciante è la coscienza, per riaprire l’iter di conoscenza al senso, per un nuovo vedere assorto, che gesta l’emozione alla luce del primo pensiero, nella pienezza che reintegra il perduto.
Mite è la stagione
La casa, nel sogno,
mi attende in collina…
Al sole si colora
come albicocca matura,
le pietre e il verde
si contendono il cielo,
morbido s’inerpica
il vigneto, promessa
di spumeggianti colori.
Ho sconfitto l’ansia
di rincorrere lontananze,
tinteggiato pareti
di pensieri vivaci,
argine a ricordi fumosi
che bussano
a inutili spiragli.
Ho allontanato rovi
di opaca indifferenza,
complice un cielo
ignaro di grigiore
respiro silenzi luminosi,
preludio
a miti fioriture.
Serpeggiano aromi
nel tepore della corte,
oltre la soglia un gioco
di farfalle in volo
sparge frammenti
di rinnovata tenerezza,
come freschi germogli
a lungo attesi…
e mite è la stagione,
ignara
del correre del tempo.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Mite è la stagione” di Nora Calvi
La parola in rêverie della Calvi trova la primaria continuità affrancata dello psichismo al mondo, per letteralmente abitare l’acquiescenza della tensione di mancanza al desiderio espresso. La poetessa libera la mitezza di un tempo universale, che abbraccia la rinascita al grembo di perpetuazione naturale.