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Orazio Cozzubbo

Obbligo di Verità

Obbligo la Verità.

La obbligo a esser tale

la costringo a non mentire

la condanno a persistenza,

pongo veto alla sua assenza.

Obbligo la Verità

a obbligarmi d'esser vero

a ignudarmi di costumi

rinunciando a mascherate

che mi celino l'essenza,

remissiva ubbidienza.

Mi obbligo alla Verità

che già troppo l'ho sfuggita

snaturando con tortura

la mia indole in abiura.

Obbligo la Verità

a inseguirmi senza un fine

a precluder via di fuga

dei miei sguardi trasparenti

d'emozioni tracimanti,

debolezze trapelanti.

Che mi induca d'insistenza

ad amarla con dolore

a mostrarle deferenza

ad offrirle in sacrificio

le menzogne mie raccolte,

tra le mani screpolate

per il freddo raggelante

del mio cuore ansante.

Obbligo la Verità

perché è d'obbligo esser veri

e i teatri vengan chiusi,

spettatori scioperanti

gambe corte e tremolanti.

E agli attori sia malora,

che finisca ogni finzione:

al nitore ho ambizione.
 

Critica in semiotica estetica della Poesia “Obbligo di Verità” di Orazio Cozzubbo

 

Il verso cantore e divertente del Cozzubbo è omaggio alla verità, dimensione a cui l’uomo si rivolge

con obbligo: a cui è letteralmente ed essenzialmente “legato”.

Sebbene l’uomo finga nella rappresentazione, maschera di sé e di mondo, un sostrato etico costringe

il movimento del desiderio alla sua provenienza, riconoscendo nella verità, che al poeta è la deità

del sentimento, la sua propria destinazione.

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