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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Orazio Cozzubbo
Obbligo di Verità
Obbligo la Verità.
La obbligo a esser tale
la costringo a non mentire
la condanno a persistenza,
pongo veto alla sua assenza.
Obbligo la Verità
a obbligarmi d'esser vero
a ignudarmi di costumi
rinunciando a mascherate
che mi celino l'essenza,
remissiva ubbidienza.
Mi obbligo alla Verità
che già troppo l'ho sfuggita
snaturando con tortura
la mia indole in abiura.
Obbligo la Verità
a inseguirmi senza un fine
a precluder via di fuga
dei miei sguardi trasparenti
d'emozioni tracimanti,
debolezze trapelanti.
Che mi induca d'insistenza
ad amarla con dolore
a mostrarle deferenza
ad offrirle in sacrificio
le menzogne mie raccolte,
tra le mani screpolate
per il freddo raggelante
del mio cuore ansante.
Obbligo la Verità
perché è d'obbligo esser veri
e i teatri vengan chiusi,
spettatori scioperanti
gambe corte e tremolanti.
E agli attori sia malora,
che finisca ogni finzione:
al nitore ho ambizione.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Obbligo di Verità” di Orazio Cozzubbo
Il verso cantore e divertente del Cozzubbo è omaggio alla verità, dimensione a cui l’uomo si rivolge
con obbligo: a cui è letteralmente ed essenzialmente “legato”.
Sebbene l’uomo finga nella rappresentazione, maschera di sé e di mondo, un sostrato etico costringe
il movimento del desiderio alla sua provenienza, riconoscendo nella verità, che al poeta è la deità
del sentimento, la sua propria destinazione.