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Oreste Pazienza

Oreste Pazienza, Spazio 12.JPG

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Spazio 12” di Oreste Pazienza

 

L’ascolto scultoreo del Pazienza è volto alla percezione dello spazio, atteso da forme metafisiche quanto senzienti, nella sinestesia di una grana epidermica aperta, di tufo pugliese. Le forme concave ascensionali rimandano all’estensione ricettiva del palmo, dell’orecchio, del grembo, poiché l’essere umano è teso alla comprensione, che letteralmente prende a sé, si orienta all’ambiente a completamento di se stesso. Il senso è lo spazio d’abbraccio fra le cose.

Oreste Pazienza, Universo e fede.JPG

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Universo e fede” di Oreste Pazienza

 

Il divenire dell’uomo del Pazienza s’inscrive nel cerchio universale dell’essere. Gli elementi concavi in rame sono i luoghi segnici multipli di finitudine frammentata dell’umano, in qualità di ricetto gravido di respiro spirituale. L’uomo non è che un punto di vista infranto della divina visione unitaria che rivolge, egli è movimento di una medesima provenienza e destinazione, che trova senso e fede nel rimando di sé all’unico infinito.

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