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Patrick Pioppi

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Mi guardo” di Patrick Pioppi

 

Lo sguardo pittorico del Pioppi è fotografico, ferma l’istante nei toni intimi, nostalgici e assoluti, fra il bianco e il nero, senza tuttavia smarrirne la bellezza, il movimento e l’emozione, anzi esaltando l’aspetto estetico nella sua radice greca, che vale “capace di sentire”, per la creazione di un personale album di ricordi: di tutto ciò che letteralmente ritrova il cuore. Così l’artista salva il momento quotidiano di una fuggevole bellezza in boccio nel doppio trascendentale della sua rappresentazione e nella sfida accennata di un triplo compiacimento, per il tuttotondo che si nega al piacere, che in tal modo accende il moto irrefrenabile del desiderio.

Patrick Pioppi, New York.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “New York” di Patrick Pioppi

 

Anche nello stato di confinamento all’infinitesimale della casualità di una mera presenza, che la metropoli impone, gli oli ignei del Pioppi sanno scorgere l’occasione e il varco universale all’elemento acqueo, a supporto del luogo franco dell’immaginazione. È il grembo naturale dell’acqua piovana che attende la fecondazione dell’elemento opposto del fuoco. E l’inattesa individuazione all’athanòr della strada trasforma il movimento di caduta nullificante, in improvvisa anagogica elevazione essente, a trovare l’immortalità verticale dell’orizzonte corrente.

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