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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Pierpaolo Freschi
Ho chiuso gli occhi
Ho chiuso gli occhi
frastornato dalla intensa malvagità
ho respirato a lungo
l'immaginario olezzo della guerra
ho pianto
attraverso gli occhi smarriti di un bambino
tra le mani il suo piccolo pupazzo amico
divelto come divelta è la sua innocenza
insensato e cinico il disegno
mentre lanciano le bombe a grappolo
a te non resta che scappare
per salvare ciò che resta
ho visto due vecchi sorreggersi a stento
tenendosi per mano
mentre ancora forte è il ricordo
del calore di una casa, che non c'è più
non siamo nulla
se non carne per qualcuno
non siamo nulla
su quel disegno
Critica in semiotica estetica della Poesia “Ho chiuso gli occhi” di Pierpaolo Freschi
La parola di Pierpaolo Freschi nasce in connubio espressivo all’opera pittorica di Giorgio Bottò in una “PittaPoesia” sulla guerra in Ucraina. Il poeta inscena il sacrificio ineffabile della guerra, che segue la degenerazione dello stato identitario nell’affermazione di sé sulla distruzione dell’altro. Pervade un senso di nigredo, di smembramento del valore della vita. La guerra è orrore senza nome, poiché l’alterità è il contenuto sostanziale dell’identità stessa. La guerra è inverno, senza primavera.