top of page

Pierpaolo Freschi

Ho chiuso gli occhi

Ho chiuso gli occhi

frastornato dalla intensa malvagità

ho respirato a lungo

l'immaginario olezzo della guerra

 

ho pianto

attraverso gli occhi smarriti di un bambino

tra le mani il suo piccolo pupazzo amico

divelto come divelta è la sua innocenza

 

insensato e cinico il disegno

mentre lanciano le bombe a grappolo

a te non resta che scappare

per salvare ciò che resta

 

ho visto due vecchi sorreggersi a stento

tenendosi per mano

mentre ancora forte è il ricordo

del calore di una casa, che non c'è più

 

non siamo nulla

se non carne per qualcuno

non siamo nulla

su quel disegno

Critica in semiotica estetica della Poesia “Ho chiuso gli occhi” di Pierpaolo Freschi

 

La parola di Pierpaolo Freschi nasce in connubio espressivo all’opera pittorica di Giorgio Bottò in una “PittaPoesia” sulla guerra in Ucraina. Il poeta inscena il sacrificio ineffabile della guerra, che segue la degenerazione dello stato identitario nell’affermazione di sé sulla distruzione dell’altro. Pervade un senso di nigredo, di smembramento del valore della vita. La guerra è orrore senza nome, poiché l’alterità è il contenuto sostanziale dell’identità stessa. La guerra è inverno, senza primavera.

© 2014-2025 by Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea

created by Antonino Bumbica - Fulvia Minetti

bottom of page