Critica in semiotica estetica dell’Opera “ART BOOK28” di Pierpaolo Mancinelli

 

L’arte del Mancinelli cerca una nuova forma di verità: l’artista sacrifica la finitudine coscienziale della parola del volume enciclopedico per riaprire l’emozione instante del supporto, quale soglia epidermica di originaria continuità irrecidibile fra uomo e mondo. Il libro diviene evento di vita, che libera dalla sovrastruttura segnica e dalla declinazione figurale relativa ad un contesto sapienziale. Il ritorno al grembale supporto indeclinato di senso è volto una nuova gestazione di forma, perché la vita eterna non ha luogo se non nel movimento di speranza della figura.