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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Rachele Ricucci
Irene
Erano trentasette
i nodi che aveva contato
attorno a quel pensiero:
gordiani e persuasivi,
scorsoi.
Erano trentasette
anche le dita
(più una)
con cui immaginava
ogni notte
di scioglierli
e divincolare
la luna
incastrata davanti
le retine.
Il cristallino non è
altro che quello, sai:
un vetrino di luna
- quella sbadata-
che si addormenta distonica
ovunque ci sia spazio per
i sogni.
Ma se si scheggia poi
lo vedi come fa?
Attorciglia e distorce
replica
-quella stronza-
e se c'è un nodo ne vedi
trentasette
e tocca chiuder gli occhi
per inventare trentasette dita
con cui slegare
l'ossessione.
ma dopo io martello.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Irene” di Rachele Ricucci
Franca e svincolata, la parola moderna della Ricucci combatte, celebrando Irene, la dea della pace,
contro le nevrosi ossessive del quotidiano vedere, che infrange, distorce e moltiplica i luoghi angusti
del dover essere, neganti la verità dell’inconscio.
Pax è dispensatrice di ricchezza, ed unica risorsa dell’umano è l’immaginazione dell’arte, che riapre il dialogo
della coscienza con l’inconscio e risolve i conflitti, che rende l’uomo il faber artefice di sé e del mondo.