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Renato Arosio

Il palloncino

Ruberò al piccolo Lorenzo un palloncino colorato,

vi soffierò dentro tutti i ricordi della mia vita

compresi i molti sogni a me cari e sottaciuti,

infilerò con cautela le immagini del passato

 

che mi hanno sempre dato compagni a vera

con delicatezza, con garbo, vi metterò

frammenti di gioia, d’amore e di dolore,

soffierò all’interno il mio ultimo respiro,

 

chiuderò il tutto con una lunga cordicella

che legherò al polso e m’involerò

in un sogno sconosciuto ove danzerò

spinto da un carezzevole, soave venticello,

 

aleggerò in un viaggio avventizio,

nell’eterna luce di un’alba topazio,

sarò ad occhi chiusi nell’iperspazio

e seguirò solo il rumore del silenzio…

 

sperando mi conduca fra le anime dei giusti.

Critica in semiotica estetica della Poesia “Il palloncino” di Renato Arosio

 

Innocente la parola semplice ed epistolare dell’Arosio si solleva, con naturalezza, dalla gravità della vita,

in un sogno di leggerezza, di trascendenza, a vanire la finitudine del corpo, a dissipare il dubbio nemboso della parola e della domanda insoddisfatta della coscienza.

L’ultimo viaggio fanciullesco del poeta è al sogno del valore, oltre la convenzione, con la sola valigia

del respiro elementare, verso l’empireo nitore dell’infinito essere.

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