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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Roberto Contini
PREGHIERA
Volevo dirti grazie,
gridarlo oltre le nubi,
per quello che tu sei,
per ciò che sono io.
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La vedo la bellezza,
la gioia in questo mondo
e apprezzo la promessa
di un’armonia infinita.
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Esistono frangenti
in cui sono avvilito
e che non so gradire
i doni ricevuti.
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Tra essere incoscienti,
dispersi dentro al nulla
ed essere capace
di vivere emozioni,
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la differenza è immensa
e in fine lo comprendo
che anche nel disagio
la vita ha un tuo sapore.
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Sa di fiaba la leggenda
che annunci per il mondo,
ma la voce che io sento
non sembra suggestione.
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Se poi tu non ci sei,
e tutto è stato un sogno
svanente in un istante,
va ben, grazie lo stesso:
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per il senso di conforto
per lo stimolo a far bene,
per la luce, sia pur fatua,
che mi illumina il cammino.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Preghiera” di Roberto Contini
Cantata, la parola in prece tutta umana del Contini è ascolto del sostrato valoriale profondo che sorregge l’esistenza e che attinge ai luoghi della meraviglia, della dedizione e della gratitudine. Dell’uomo è la ricerca della verità, che risiede nell’emozione e nel movimento di speranza: il tropismo alla luce è universale e supera le distinzioni di credo e di cultura.
Se non
Se non mettessi il muso
per ragioni imprecisate,
dedicandomi però
i sorrisi più soavi;
se non sfogassi in me
raffiche d’improperi,
per rivelarmi fiduciosa
intimi turbamenti;
se non ti esasperassi
alle mie ipnosi catodiche
nella frenesia di condividere
i pochi istanti insieme;
se non mi raggelassi
con ruvidi rimbrotti
riscaldandomi poi
con coccole spontanee;
non saresti più tu,
non saresti l’altra me
e non ti vorrei forse
tutto questo bene.
Grazie per il passato insieme,
per gli istanti che allietano il presente
e per il tempo ignoto
che ci attende ancora.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Se non” di Roberto Contini
La parola filosofica argomentativa del Contini segue una dimostrazione indiretta, che presuppone ipoteticamente l’antitesi per conseguire conclusioni assurde e paradossali. La dialettica poetante così afferma la verità di una proposizione d’amore, avendo demolito la contraddittoria, nel rinnovato dono di riconoscimento che si lega intimamente alla riconoscenza e alla meraviglia della vita.