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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Rosalba Griesi
Amo ciò che vedo
Amo ciò che vedo perché un giorno
Più non lo vedrò, l’amo perché esiste
(Fernando Pessoa)
Seduta alla riva ascolto il fragore incessante del mare
comprendo di amarlo, di amare le sue onde
il loro riformarsi in un moto perenne
il dissolversi irrefrenabile sulla battigia
le onde si rincorrono si accartocciano
in infinite movenze e il mare le richiama a sé
e nei fondali, tra bagliori di luci, un’altra vita brulica
Mi guardo intorno mentre scrivo parole
per affidarle al vento e farle giungere ovunque
mi rallegro del creato di cui sono parte vivente
e comprendo di amare
quel che i miei occhi vedono
quel che la mia mente percepisce
quel che la mia anima coglie
M’innamora lo stormire della quercia
osservo il sussultare dei rami bassi
sento il fogliame sfiorarmi le mani e il viso
come di un corteggiamento amoroso.
Amo la serenità del cielo, i suoi colori rari
le fasce di luci che dalle nuvole filtrano
per cadere sui crinali, sulle valli o nelle acque
amo un gabbiano (inter)rompere il filo dell’orizzonte
Per la luce tenue del giorno che fra le acque muore
per il lirismo accecante che mi rapisce
per queste movenze sottese e mal celate
sconfinate nei colori di un tramonto
per il mare e per la terra, per i cieli
per gli spettacoli sempre nuovi che ci donano
per la poesia che è sacralità del mondo
Ho la certezza che ne è valsa la pena essere nati.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Amo ciò che vedo” di Rosalba Griesi
Magnificante è la parola in celebrazione della Griesi, a fare il sacro della vita naturale nel crogiolo dell’amore, per l’oggetto di vita eterna. La poetessa trova un improvviso luogo di corrispondenza fra segno e oggetto, nel senso profondo delle cose, senza rimandi, senza residui, quietando la mancanza costitutiva dell’uomo nella presentificazione della continuità originaria al grembo naturale, che inscrive al tempo circolare dell’inarrestabile sussistere accadente.