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Rosaria Giurdanella

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Sogno” di Rosaria Giurdanella

 

La luce onirica della Giurdanella conduce alla sinestesia profonda dei sensi, che a sé richiama la condensazione e il differimento dei nodi emotivi dalla proiezione sugli oggetti esterni. Allora l’arte reintegra il simbolo del cesto di uova al desiderio augurale di rinascita della totalità della vita, in tutta la purezza e la trascendenza del bianco, pregnante del dono di sé. Questa primeva creazione diviene archetipo cosmogonico, principio unificatore e presenza spirituale partecipe ed elargente l’anima del mondo,

che rinasce nell’antropogonia. L’ontogenesi porta con sé l’intera rinascita del cosmo.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Libertà” di Rosaria Giurdanella

 

L’acquerello emozionale della Giurdanella lambisce e spande lo spazio esteriore del sentimento intimo, in una sinestesia di continuità agli elementi naturali. Il navigante è drappo sospeso di pelle franca, offerta al vento, così apre e accresce il respiro ai polmoni di una vela, mossa al mantice di un volo di volontà e ai pensieri liberi e cangianti delle nubi, perché il viaggio non sia mera misura di spazi, ma nascente metamorfosi di sé al grembo marino.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Armonia” di Rosaria Giurdanella

 

Il delicatissimo volo in sinestesia di sfioramento tattile della Giurdanella è la carezza della coscienza, in un intatto tangere, che aderge dall’affezione emotiva e che esprime l’eleganza eterea della spiritualizzazione materiale. Una coscienza aurorale e armonica, mai scissa dall’accoglienza grembale dell’elemento acqueo e inconscio, luogo della sua ciclica rinascita, dalla verità alla bellezza.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Tramonto in Islanda” di Rosaria Giurdanella

 

Nel luogo nel quale la luce del sole sa resistere finanche alla mezzanotte, la Giurdanella ricerca il varco di verità, a portare lo splendore della coscienza nell’inconscio, a sollevare la profondità delle emozioni nascoste e inespresse. Eppure, non è mai dato all’occhio dell’uomo il valico completo del passaggio, che l’orizzonte pur rimanda al desiderio nell’abbaglio e nell’arte il piacere sublima al movimento teso all’infinito possibile oltre di conoscenza.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Liricità” di Rosaria Giurdanella

 

L’acquerello lirico della Giurdanella solve e coagula. Dalla tempesta notturna e dionisiaca che spoglia, solleva il primo albore aureo solare della coscienza: è la lira apollinea accompagnata dalla voce delle muse, su cui volteggia la danza divina. Le corde liriche muovono le briglie alla guida dei cavalli del carro solare: la musica assorge l’astro nascente, a sublimare il dolore, a legare terra e cielo in un unico respiro.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Lo specchio dell'anima” di Rosaria Giurdanella

 

Il lucore soffuso del pastello delicato della Giurdanella rappresenta l’abbraccio sinestesico della proiezione psicoaffettiva nell’ambiente del lettore, che investe di sé il luogo transizionale del libro, profondando nella continuità archetipica che mesce l’anima stessa alla carta. È l’identificazione protagonistica che dona la catarsi della rinascita della visione di sé e delle cose.

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