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Sabina Biasuzzo

Un amore macedone

Non c'è suono che mi sembri più dolce del sussurrare delle foglie,

mosse appena dalla brezza gentile di un tramonto estivo.


Lo senti anche tu Alessandro?


Ti vedo in sella al superbo Bucefalo mentre sfidi Efestione,

in una corsa a cavallo.

Chi arriva al fiume per ultimo paga pegno!


E il figlio di Amintore, vittorioso,

pretende da te un bacio.


Tra gli alberi nascosti in riva al fiume,

nudi dopo il bagno fresco e corroborante,

vi vedo abbracciati teneramente,

il capo di Alessandro poggiato sul torace ampio di Efestione.


Non esiste sentimento più puro di due giovani

che si amano profondamente.


Un amore che li unì in vita,

purtroppo per entrambi troppo breve.

 

Liberamente ispirato ad Alessandro Magno e al suo legame profondo con Efestione

Critica in semiotica estetica della Poesia “Un amore macedone” di Sabina Biasuzzo

 

La parola sincera della Biasuzzo celebra l’amore nel sentimento universale, che vive al di là delle differenze. È eros, l’amore passionale, indistinto e fremente dei sensi, philia, la fiducia, la continuità, la condivisione amicale e l’agape, come elevazione spirituale, perpetua e incondizionata del dono di sé, senza aspettative.

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