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Sabrina Trasatti

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Moti d'animo” di Sabrina Trasatti

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Omaggio vinciano, il movimento roteante della scultura e dell’arte grafica della Trasatti è urlo e abbraccio consustanziale dell’uomo ai quattro elementi della materia del mondo, tanto profondo da rivelare il soffio vitale di una comune origine universale. Il respiro dell’anima del mondo rifonde il dolore della finitudine umana all’infinità unitaria. Il vortice d’espansione del microcosmo al macrocosmo è il tempo circolare della reintegrazione di opposti, dell’umano al sublime, in quintessenza coessenziale. Il dolore si affida all’ambiente naturale, nel panico vissuto che pone la molteplicità nell’unità, a nuova presa di luce della vastità del buio abissale.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Gli invisibili” di Sabrina Trasatti

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La scultura in filo di ferro, terracotta e specchio della Trasatti è dedicata all’identità quale valore inalienabile, nonostante l’inaccoglienza dell’alterità, fra la medesimezza dell’identificazione esiliante e la possibilità sempre aperta dell’ipseità narrativa dell’arte. L’identità è materia di costrizione e al contempo di resilienza, che trova nel paradosso della condizione stessa di prigionia il paradigma della libertà d’immaginazione, che è rifigurazione di sé e della propria vita.

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