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Salvatore Doddis

All'amata

Sparsi i capelli biondi

Sul radioso volto,

sparso il tiepido sorriso

sulle carnose labbra

sparso il timido candore

sulla vellutata pelle.

Ti vedo ogni ora, sogno dei miei sogni

Ti osservo nell’ombra di un’alba iridescente,

Ti percepisco nel profumo delle mie amate rose,

un fiore, tra mille fiori, dal multiforme effetto.

Ti stringo, ti abbraccio e ancora non son contento,

ti voglio in me, mia fulgida adorata stella.

Ti voglio in me, mio prezioso dono.

Ti voglio in me, sempre più in me.

Critica in semiotica estetica della Poesia “All’amata” di Salvatore Doddis

 

Con eco omaggiante manzoniana il canto in crescendo del Doddis è letterale esortazione, incitamento ad uscire dalla finitudine contingente della sembianza, ad abitare la totalità del mondo, la dimensione infinita. Inesauribile si fa allora la sorpresa di riconoscimento dell’oggetto d’amore, di medesimezza del divenire, fino all’atto d’interiorizzazione al sé, di fusione all’unicità della sostanza, eternamente a lenire il desiderio e la mancanza

ad essere.

Di fronte al Mare

Vedo il mare e l'azzurro orizzonte

le onde increspate e spumeggianti

tra gli spiragli di bianchi edifici

nei varchi del desolato borgo.

 

I fantasmi degli anni ameni passati

si rincorrono in un balzano incanto

nella mia mente desiderosa di gioia

bramante di antichi parchi profumi.

 

E nel tutto costantemente ti perdi

sempre e nel fervente cuore trami

il sentimento di Lei, dolce creatura,

dal viso angelico e dalla voce soave.

 

E affondi in rimembranze, cieche ombre

di un passato tetro, sempre avvilente

l'anima tua, mai spoglio di vile miseria,

ancora più molesto al tuo stesso dire.

 

È l'eterna speranza che mai si perde,

a rinsanare sempre la tua triste anima,

a rigenerare il cuore appesto di rimorsi

di sconsolata somma di miseria umana.

 

Ma Tu nell'azzurro dei tuoi occhi

rispecchi quelle onde del di fronte mare

col tuo sorriso solletichi intingendo speranza

nel mio affranto e devoto cuore.

Critica in semiotica estetica della Poesia “Di fronte al Mare” di Salvatore Doddis

 

In prece sublimante è la parola del Doddis, a cercare il luogo dell’amata, che trascende il confine fisico e pervade di senso e di valore la natura elementare e la dimensione divina. È il sentimento totalizzante dell’indistinzione unitaria, dall’ekstasis alla poiesis di un nuovo sguardo di lei, che emerga dall’inconscio del mare, di un nuovo sorriso tangibile alle onde, che redima a infondere, sorella del sonno, la rêverie della speranza.

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