​
GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Salvatore Munizza
Orride scene
Immagina immense distese lisciate,
Con onde fluenti pettinate dal vento,
Di biondo granturco baciato dal sole
Chiazzato di rosso da sangue innocente.
Serpenti di pietra forgiati dall’uomo
Per nidi accoglienti di mamme e bambini
Sventrati a tronconi di nere budella
Da bombe cruenti accecate dall’odio.
Nastri ricordo dell’asfalto che c’era
Percorsi obbligati di orrida scena
Di gincane indecenti tra putridi corpi
Lasciati a marcire per ammonimento.
Foreste famiglie di alberi cari
Bruciate dal fuoco di guerra violenta
Rivoltate in fretta da mani novelle
E mutate in anonime fosse comuni.
Nessuno si illuda che non lo riguardi
Quest’esito truce di pura follia
Oggi guardato su terra straniera
Domani aspettato alla nostra frontiera.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Orride scene” di Salvatore Munizza
La quartina truce del Munizza non sublima l’orrore della parola, il nucleo notturno resta fremente, a scuotere la coscienza e il torpore dell’abitudine. Non trova significazione la guerra, è degenerazione dello stato identitario, che nega, con l’esistere dell’altro, l’essere stesso dell’uomo, poiché solo l’alterità è il contenuto sostanziale dell’identità.