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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Sandro Montanari
Per essermi vicino
Ritorno a volte
negli approdi della memoria
e come il mare
irrequieto non mi fermo
e urlo davanti all’incomprensibile
cercando tra i flutti dei giorni finiti
i nostri momenti
sprofondati d’improvviso
negli abissi dell’inverno
quando nel fragore della tempesta
sei affiorato immobile
su un anonimo relitto
orfano di quei sogni
che anch’io abitavo
fin da bambino
mentre m’accarezzavi
nei singhiozzi della notte
per essermi vicino.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Per essermi vicino” di Sandro Montanari
Alla memoria e al dolore della perdita, si apre la parola fluida del Montanari al lacaniano grido nella notte, alla mancanza di senso: al rinnovo dell’esser gettato fuori del trauma della nascita. L’uomo è mancanza desiderante l’altro, è desiderio di desiderio e l’altro diviene luogo di coesione identitaria, riconoscimento, progetto e amore. L’identificazione consente al soggetto di dare una direzione, una trascendenza di senso alla mancanza ad essere.
Il poeta cerca nel ricordo prezioso degli istanti paterni perduti la presenza, la potenza della risposta, che traduca
il grido in senso, in esaudita domanda d’amore, a trovare nei sogni condivisi la casa della sua stessa anima.
Dove le strade sono d'acqua
Dove le strade sono d’acqua
e le isole di cristallo e le barche
beccheggiano
nel cielo di nuvole nuove
e il suono del pantam s’alza leggero,
ora che il vento disperde
i pensieri tremanti
di gabbiano ferito e solo,
le voci della sera
sommesse come preghiere di madre
lentamente avvolgono
le reti del pescatore.
Mani ruvide e forti
annodano funi,
gesti vecchi e stanchi,
poi smaniose rincorrono
palpiti mai sopiti
attraversano ponti di pietra
e volano veloci su lenzuola rosse appese
ai capricciosi fili della memoria
per approdare a lei
che aspetta
davanti alla porta socchiusa
mentre l’ultima luce
impercettibile
le accarezza i capelli sciolti
ancora una volta.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Dove le strade sono d'acqua” di Sandro Montanari
Lenta, dondolante e ritornante, la parola del Montanari chiama la rêverie immaginante, che riporti indietro e sciolga la solidità razionale, la paura, il dolore e la solitudine della coscienza di fronte al principio di realtà, attraverso il compiacimento contenitivo grembale all’elemento acqueo, fino al principio di piacere dell’inconscio, di cui si fa poeta, pescatore di ricchezze, a declinare ancora navigante l’attesa dell’approdo alla terraferma, nella sinestesia ondosa della continuità infinita, indugiando archetipicamente e sincreticamente dal grembo marino, al grembo metafisico, al grembo femminile.