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Sara Jane Voi

La solitudine densa

Cammino scalza

Avvolta dai vinili del vento

La mia pelle ascolta

senza giudizio il suo cadenzato lamento

 

Inciampo e cado

 

Una pausa silenziosa mi trascina

ed io non oppongo resistenza

 

Non mi è dato vederla

Come una nube mi avvolge

E io respiro un’aria troppo densa

 

Ho voglia di vomitare

Non riesco a parlare

 

Sento avvicinarsi una voce conosciuta

Penso: Finalmente c’è qualcuno che mi aiuta

 

Alzo lo sguardo

Per un attimo la vedo

 

E poi;

 

All’improvviso il niente

Critica in semiotica estetica della Poesia “La solitudine densa” di Sara Jane Voi

 

In rima ritornante, apotropaica, la parola della Voi vive la sinestesia profonda dei sensi che presentifica l’assenza. Il vissuto di mancanza del soggetto attinge alle memorie primarie inconsce di continuità psicoaffettiva all’ambiente e proietta sullo spazio transizionale dell’oggetto il completamento di sé, a rapprendere, a reificare per un istante la vacuità della solitudine, a condizione compiacente e unitaria di risposta alla domanda di sé.

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