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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Sebastiano Nicolò Maria Mazzini
Un poeta alla sua musa
Il tuo posto non è il paradiso
corromperesti gli angeli celesti.
Il tuo posto non è l’inferno
lo distruggeresti.
Il tuo posto non è il purgatorio
ma quell’altra montagna
con le cime d’avorio
dove Apollo ti accompagna.
O musa che stai sul Parnaso,
ti prego, ispira il mio canto
che è ormai evaso,
spandi su di me il tuo manto,
dammi le tue parole
e la tua voce,
illuminami come il sole
e fammi tuo portavoce.
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Critica in semiotica estetica della Poesia “Un poeta alla sua musa” di Sebastiano Nicolò Maria Mazzini
Vocativa, invocante, la parola del Mazzini riconosce la sua dimensione seconda, eco e rima riflessa della luce diretta e solare del luogo divino della musa. Al di là del bene e del male, il luogo di venerazione alla divinità è l’estasi della poiesis, la meraviglia immutabile e ineffabile del senso della parola, che invece muore e rinasce inesauribile per la sua celebrazione.