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Sergio Antoniola

La nutria

Io ti penso, vecchia nutria,
Nella tua tana in fondo al campo, un po’ avanti il bosco.
Fredda la forra, fredda la roggia,
La tinca ti sarebbe compagna
Ai tempi in cui la muta si slargava in uno scampanio di sonori latrati
Un po’ prima di sera,
Un po’ prima della tristezza.
Ora insidia la mia luce
Questa pioggia foriera di accidia
A te grata, che attraverso le gocce minute
Promette umide albe
Roridi risvegli.

Critica in semiotica estetica della Poesia “La nutria” di Sergio Antoniola

 

La parola innaturante dell’Antoniola è un simbolico descensus ad inferos, un viaggio protagonistico di trasformazione e di rinascita attraverso stati d’animo di tristezza, guidato da un animale totemico che sprona ad uscire dall’apparenza pregiudiziale e che affronta le situazioni di nigredo per ritrovare armonia. Il poeta affida alla natura il sentimento panico trovando la curvatura del tempo lineare nel tempo ciclico di senso ritornante, per l’albedo di rivelazione.

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