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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Silvia Ferbri
Aprile
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Un’altra faccia aveva quell’aprile
con i fiori nuovi sorgeva
carico di promesse golose come frutti.
Incosciente la vita esibiva la sua danza
in un sole sempre acceso.
Il mio cuore si era svegliato dopo un lungo sonno
l’inverno era durato anni.
Erano sorrisi e timidi complimenti, erano sguardi
erano ingannevoli illusioni,
il battito d’ali di una farfalla.
Erano i brividi di un desiderio dimenticato
il sangue si scaldava nelle vene.
Eri tu, che incauto entravi nella mia vita
senza neppure farci caso.
Ero io, pronta a inebriarmi di bugie, come assaggiare il vino nuovo
Nulla rimane di quell’aprile.
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Critica in semiotica estetica della Poesia “Aprile” di Silvia Ferbri
La parola consapevole e amaricante della Ferbri esprime la valenza simbolica del ciclo annuale quale dinamica psicoaffettiva dell’essere, dal luogo irriflesso dell’aprile, vissuto e già perduto, consegnato dalla vita letteralmente aperta, afrodisiaca e amante dell’aprile effimero e fremente, alla parola riflessa, che traducendo l’emozione non può non tradire ed esiliare nella coscienza.