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Stefania Paci

Canto il cantico

Come gazzella
in questi anfratti
cerco…
il tuo sorriso,
cerchio di perfezione
delle anime
in eterna fuga… ricerca
il coro in relazione
contrappunta…
Scura
la Sulammita,
Amore / dell’Amore
Umano 
specchio
della perfezione Divina
In esso
il nuovo (Eden…)
Dio
ora parla
alla coppia
donna / uomo
opposti…
attratti,
riportano all’unità
l’onda che si infrange
che riporta 
riposo 
dopo
le tempeste.

​
 

Critica in semiotica estetica della Poesia “Canto il cantico” di Stefania Paci

 

La parola celebrante della Paci invita all’amore cosmico, alle alchemiche nozze mistiche che ricongiungono gli opposti, perduti e ritrovati in divenire, in dono reciproco per l’infinità dell’essere. La tensione umana della mancanza diviene pacifica, armonica, unitaria pienezza divina nell’alterità.

La creazione

Donami ho detto…
l’estensione della tua anima…
  l’altezza…
l’ampiezza del suono…
della profondità…
  voce…
ho conosciuto
nelle giornate torride
nelle stagioni
di mezzo…
  noi.
Rimango confusa…
smarrita.
Dove si trova l’Amore?
  dimmi
Dov’è l’Amore mio
per te?
Di cosa si nutrirà l’Anima ora
Se non della tua creazione?

Critica in semiotica estetica della Poesia “La creazione” di Stefania Paci

 

Sospesa, aggettante e interrogativa, la parola della Paci si chiede del luogo dell’amore. La creazione è l’atto che partecipa del respiro unico dell’amore, l’arte, dal sanscrito, letteralmente muove e congiunge nel crogiolo dell’amore. E amore è kama, pulsione, è a-mores oltre le contraddizioni duali e a-mors opposizione alla morte, nella significazione.

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