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Stefania Serao

La mia lei

In un tunnel 
ho incontrato me stessa.
Era seduta,
mi guardava.
Con intensa e compiaciuta meraviglia
mi chinai su di lei.
Era più magra
era più pensierosa
era più gioiosa 
e mi parlava piano 
e mi accarezzava con parole dolci.
La mia lei guardava
con vita intensa,
viveva,
mi guardava,
mi correggeva.
Era lei
la mia lei,
ho incontrato me stessa
in quella lei,
ho capito più cose,
guardando la mia lei.
Mi sono immersa in quella lei 
e con profonda gioia,
mi sono unita a lei. 

Critica in semiotica estetica della Poesia “La mia lei” di Stefania Serao

 

La parola compiaciuta della Serao è riconoscimento di sé nell’oggetto d’amore, riconoscenza nel sentimento del continuum dell’indistinzione essente, è identità che rinasce al racconto dell’alterità. Amore è memoria immemoriale dell’unità originaria, mancanza costitutiva e completamento nell’alterità dell’infinità perduta.

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