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Stefano Catena

Nella controra

Guarderò quel punto
Più in alto
Immaginando cosa
Ci sia dietro
Se il mio passato 
Se il mio futuro.
Lo guarderò seduto
Sulla nostra solita
Panchina
Ritrovo di baci
E di dediche scritte
Sulla vernice.
Di frasi non dette
Per timore
Di sbagliare.
Guarderò oltre
Quel confine
Tra il cielo e il mare
Chiamato orizzonte.
Volerò con la fantasia
Sopra una barca
Tra anelli di fumo
Colorati
Con te vicino.
Con i cuori che battono
A mille come eliche
Di un aereo
Sul nostro avvenire
Su questo amore
Appena nato
Come un inizio di 
Primavera
Come le rose e le parole
Senza spine
Nella controra.

Critica in semiotica estetica della Poesia “Nella controra” di Stefano Catena

 

Apre allo spazio franco della rêverie la controra del Catena, fra sonno e veglia è il vagheggiare del desiderio che supera i confini della realtà, che solleva dal dolore, a fiorire lo stato di coessenzialità dell’identità all’alterità e alla natura. È il tempo del silenzio, di un presente eterno e rinascente, affidato al luogo iperboreo del divenire.

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