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Tiziana Sparacino

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Silenzi” di Tiziana Sparacino

 

Lo scatto fotografico della Sparacino ferma il mero trascorrere della esagitazione occidentale di fronte all’affermazione assordante del silenzio africano, che dice la verità nuda. La verità è interiore all’artista, Ã¨ voce profonda e involontaria di ciò che è qui, nonostante ed oltre: è la voce della vita. L’essenza umana Ã¨ nella partecipazione instante alla natura nell’ascolto e la sapienza femminile trova la sua continuità alla terra, luogo vessato e brullo di privazione e, al contempo, infinitamente capace di meraviglia, di pienezza, di dedizione, di fertilità e di amore.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Le comari” di Tiziana Sparacino

 

Lo scatto di vita della Sparacino coglie l’irruenza della cultura occidentale, che decontestualizza i bambini delle culture orali, che getta rumore sul silenzio, apparenza sulla verità, l’immediatezza del consumo sulla sacralità rituale della tradizione. Il pericoloso oggetto transizionale è sospeso al primo impatto meravigliante con la differenza, nell’implicita speranza che questo non sospinga all’omologazione dell’identità per l’inclusione sociale e sia compreso invece in qualità di elemento astratto, musicale e universale del gioco formativo a riconoscere sé ed altro nella continuità della memoria e al contempo utile a difendere il diritto all’infanzia.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Solidarietà” di Tiziana Sparacino

 

L’etico sguardo fotografico della Sparacino entra nelle strutture spaziali di senso della solidarietà, che è letteralmente il luogo umano della solidità, che rende l’io vincolato e obbligato con l’altro per l’intero del sé stesso. Il corpo sociale partecipa della salda coesione di ogni singolo elemento necessario in solidum, che crea l’equilibrio della composizione armonica e unitaria del mutuo riconoscimento, che suggella il dono del reciproco legame di riconoscenza.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Io Riflesso” di Tiziana Sparacino

 

L’impressione fotografica della Sparacino sospende l’istante fra figura e movimento, a riaprire il confine di definizione identitaria ed il varco che il dualismo fra riflessione fenomenica e verità instante riconduce all’unità. A vincere la contrapposizione dialettica fra rappresentazione e oggetto, che percorre tutta la storia della filosofia, a superare il “problema del ponte” è il movimento della sinestesia dei sensi, che da un’esperienza di molteplicità e di cangiamento volge alla ricerca dell’uno, che non può essere se non nel tutto, all’armonia della coappartenenza ad un sé infinito in coinonia alla natura. Il movimento aperto e itinerante della riflessione dell’artista tende così alla precategorialità irriflessa del sentimento di una totalità essente.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Sorpresa” di Tiziana Sparacino

 

L’emozione fotografica della Sparacino è di “sorpresa”, letteralmente di ciò che “prende sopra”, che supera i confini identitari, a cercare lo stupore dell’alterità, vissuto nella dimensione precategoriale e irriflessa di un corpo senziente, di un cogito tacito, nel continuum all’altro. Sé ed altro sono un chiasmo di perdita e di riconoscimento, per un iter individuativo alla dimensione narrativa dell’ipseità, perché il soggetto è processo, possibilità diveniente dell’idem della medesimezza, nel cooprotagonismo della relazione mutuale. È la dimensione relazionale che imprime l’identità nella luce della coscienza di nascere dal reciproco dono ricevuto di una causalità e di una finalità.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Io e l'altra me” di Tiziana Sparacino

 

L’istante fotografico della Sparacino coglie il rovescio improvviso delle imponenti costruzioni della certezza mendace e mascherante della coscienza, a scoprire l’alter ego inconscio delle possibilità latenti e negate, palesarsi d’un tratto nel movimento dialettico antitetico dell’ironia. Ed è la sintesi del dualismo che l’arte offre in un cammino aperto di senso, di relazione, d’integrazione, a vincere il parallelismo dell’incomunicabilità nella fuga del desiderio all’infinito.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Incontrare l'Umanità 2” di Tiziana Sparacino

 

A serbare la naturalezza della continuità del movimento di un cammino in divenire, la Sparacino incontra la differenza in qualità di misura stessa dell’identità. L’artista interroga una dimensione etica nella partecipazione ad un’universalità archetipica, al sostrato valoriale che promuove una comunicazione sempre possibile. È un viaggio esterno che si fa interiore, che reintegra la negazione nell’abbraccio armonico di opposti, nel legame fra coscienza ed inconscio, al senso unico e universale dell’essere umano.

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