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Vinicio Salvatore Di Crescenzo

La via alla foce

Se bruma dona stilla e irrora curve fronde

resta casta la sterrata via dal guazzare soffocata.

 

Di siffatto dolo si vanta la palude.

Vestita d’ombra manigolda

ruba luce a cupe cavità segrete.

 

E dove a raggio

s’apre il suono di tondi mulinelli,

canta lo stormire di fogliame nuovo.

Germoglia schietto il ghermire di radici

sulla pietra dal velluto vivo.

 

Se torna pioggia di stagione

la lunga scia di fango e fiume

è sentiero nuovo per la foce.

Critica in semiotica estetica della Poesia “La via alla foce” di Vinicio Salvatore Di Crescenzo

 

Elegante, la parola del Di Crescenzo è albero della vita, che volge in profondità con le radici nell’ombra acquea dell’inconscio, per riemergere in elevazione, come foglie alla luce divina della coscienza. È la ricerca individuativa della poesia, per la catarsi che riscrive una nuova via di vita.

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